Cambi di direzione: sono elementi tecnici fondamentali per un calciatore funzionale.
Molte sono le metodologie di formazione e le scuole di perfezionamento tecnico individuale che ne hanno fatto, giustamente, un loro punto fermo.
Ispirandosi alla filosofia “Coerver Coaching” e a ciò che ci fanno vedere i grandi campioni, molti formatori/istruttori individuali hanno abbinato a tale gestualità il nome di un grande campione, in modo da avere, intelligentemente, un ottimo stimolo motivazionale per i ragazzi, grandi e piccini.
Ogni gestualità tecnica inerente i cambi di direzione è di conseguenza associata a un nome di un calciatore, specializzato in quel gesto.
Cambi di direzione e frenate sono simili, ma si differenziano su una particolare caratteristica: nelle frenate, la palla rimane ferma dopo il gesto; nei cambi di direzione essa rimane in movimento sulla stessa linea retta, ma modifica il suo verso.
Vi sono, a seconda delle diverse scuole: cambi di direzione “Pirlo” (suola dietro la gamba d’appoggio), oppure “Lampard” (davanti alla gamba d’appoggio), Zidane (se si utilizza il “taglio d’esterno”) e via discorrendo.
Date un’occhiata all’esempio, per capire al meglio di cosa stiamo parlando.
Mi è capitato più volte di vedere proposte di questo tipo e io stesso ho utilizzato esercitazioni analoghe: soprattutto nel mio “periodo estroso”.
Senza alcun dubbio, la sensibilità della caviglia è sollecitata dalla proposta; l’intensità di gioco è decisamente elevata.
Cambi di direzione: addestramento o adattamento?
Ma ora mi chiedo: non si corre il rischio di addestrare e non di formare i nostri “giovani tesserati”?
Superate le difficoltà di apprendimento dei vari cambi di direzione, non c’è il pericolo che il cervello venga “spento”?
Ragioniamo insieme: i professionisti (quelli bravi) passano in contatto con il pallone circa 3′ per partita; nei dilettanti e nei settori giovanili, questo tempo si riduce ulteriormente.
Noi di Mental Football ci siamo chiesti: che cosa fa un calciatore negli altri 87′ in cui non ha il pallone tra i piedi? In quale modo è possibile stimolare le componenti cognitivo/percettive, partendo da una proposta utile al miglioramento tecnico?
Nella proposta seguente abbiamo cercato (e si spera riuscito) di abbinare due diversi elementi “estrosi” ( suola dietro gamba appoggio/ suola davanti gamba appoggio) alla visione periferica e, di conseguenza, alla risoluzione di un problema che si ritrova in partita.
I cambi di direzione possono essere messi in relazione alla direzione della “pressione dell’avversario“. Utilizzare un gesto, piuttosto che un altro, è in relazione alla sua funzionalità, alla protezione del pallone dall’avversario che esso offre.
Questa esercitazione stimola anche la comunicazione “non verbale” tra i due che devono “fare pressione” al portatore di palla: essi devono mettersi d’accordo, senza che l’attaccante capisca le loro intenzioni
A seguire il video della nostra proposta, corredato di immagini e di schede allenamento.
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