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Diventare un calciatore professionista: quando il sogno è di mamma e papà

Diventare un calciatore professionista, un campione che compie prodezze, che gonfia le reti e che fa esplodere le curve dei tifosi in ogni stadio è il sogno della stragrande maggioranza dei piccoli sportivi.

Sognare è un loro diritto. Anzi: quasi un dovere. Perché il sogno è il carburante che permette al motore della passione di funzionare al meglio. E la passione è un qualche cosa che “mette a posto tutto”; che fa accettare con il sorriso la fatica, la sconfitta, la frustrazione e – a volte – anche la sofferenza.

I più piccoli è giusto che sognino e che lo facciano il più in grande possibile. Il genitore ha il dovere di sostenere l’attività sportiva del piccolo, di stargli accanto e di fornirgli certezze e strumenti per permettergli di perseguire i suoi traguardi e obiettivi. Ha anche però il compito di tracciargli la strada e di aiutarlo a comprendere che cosa sia giusto e cosa no, che cosa sia possibile e cosa non lo sia.

Alcuni genitori “sognano” la serie A. E spesso il sogno travalica il confine onirico sovrapponendosi al reale. Essi vedono “indizi e dettagli” come chiari segni premonitori di un futuro possibile, in una visione distorta tanto del futuro quanto del presente.

Diventare un calciatore professionista è come fare “6” al Superenalotto. Tutti i giocatori professionisti sono stati giovani calciatori talentuosi. Pochissimi giovani calciatori di talento arrivano a militare non tra i professionisti, ma nemmeno in categorie dilettanti quali Serie D, Eccellenza e Promozione.

Non preoccuparti: è un articolo semplice e di facile lettura. Se sei genitore di un giovane calciatore, questo contenuto ti darà qualche strumento importante per sostenerlo nella pratica sportiva. Se sei un “addetto ai lavori” resterai senza fiato.

Diventare un calciatore professionista (o anche qualcosa di meno)

Dicevamo.
Il sogno di un piccolo calciatore è quello di diventare Cristiano Ronaldo o Messi. La certezza di qualche genitore è averlo già bello e pronto in casa all’età di 5, 8, 10 anni.

A questo proposito – il mio staff e io – abbiamo deciso di organizzare una piccola ricerca sulla popolazione della Regione Piemonte, inerente alla natalità, alla percentuale di partecipazione dei bambini/ragazzi al nostro sport, al numero di giocatori che – alla fine del loro percorso formativo – arrivano veramente a giocare in Serie D, in Eccellenza e in Promozione.

I dati sono disarmanti: soprattutto se abbinati ai livelli di aspettativa di riuscita (arrivo nel professionismo) di certe famiglie. In questo momento penso fortemente alle parole di Maurizio Silvestri, un professionista del calcio giovanile dilettantistico romano: “Ci sono certi genitori che fanno di tutto per spingere “il rigazzino” in alto: ci provano, lo tengono su. Poi quando però il loro appoggio non serve più e devono restare aggrappati soltanto utilizzando le loro forze, questi cascano”.

Analisi dei dati: come diventare un calciatore professionista in Piemonte

diventare un calciatore professionista

Secondo una ricerca effettuata da Regione Piemonte, dal 1994 al 2009 sono nati in media 32.000 bambini “nati italiani” per ciascun anno. Di questi circa il 23% (secondo dati “I numeri del calcio italiano – FIGC) è tesserato per la Federazione Italiana Gioco Calcio e LND.

Il 23% di 32.000 rappresenta 7.360 bambine e bambini piemontesi che si iscrivono a calcio ogni stagione sportiva. Per una maggiore veridicità e controllo dei dati incrociamo questo numero con il numero delle società di calcio (Scuole di Calcio) riconosciute in Piemonte: 436.

Prendendo una media di 14 bambini per ciascuna categoria della Scuola Calcio (esempio: esordienti 2008) otteniamo un altro dato: 6.104 giocatori “classe 2008” sono iscritti ai tornei di Scuola Calcio organizzati dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio e Lega Nazionale Dilettanti.

Il range di riferimento è quindi un numero di bambini – esempio “classe 2008” compreso tra il dato di Regione Piemonte (7.360) e quello di LND (6.104). Il nostro studio – per maggiore veridicità della ricerca e per comodità di calcolo – ha arrotondato per difetto e considerato un numero pari a 6.000 iscritti come ordine massimo di grandezza.

Campionato di Promozione: cosa fanno i giocatori “classe 1999”?

diventare un calciatore professionista

La “base dati” della ricerca considera gli undici giocatori titolari della giornata del Campionato di Promozione svoltasi il week end del 25-26 Gennaio 2020 per un totale di 704 unità. I giocatori nati nel 2000 e nel 2001 rappresentano le categorie “fuori quota” per la stagione in corso (uno per annata).

Escludendo queste due categorie – i cui nati devono molto spesso scendere in campo per regolamento e non per merito – i giocatori nati nel 1999 dovrebbero essere dei calciatori che dimostrano di essere all’altezza di competere in questa categoria.

Come indicato in tabella:

  • i nati nel 1999 rappresentano l’8,4% dei giocatori presenti nella formazione iniziale;
  • essi compongono l’1% dei giocatori iscritti alla Scuola Calcio (il campione di 6.000 tesserati);
  • su 6.000 iscritti iniziali, 59 ragazzi fanno parte della formazione iniziale nei quattro gironi di Promozione del campionato piemontese;
  • 1 giocatore su 100 – classe 1999 – è arrivato a fare parte della formazione titolare di una squadra di Promozione.

Ciò significa che partendo dalle 436 Scuole di Calcio, le cui squadre esordienti potevano contare una media di 14 bambini iscritti (per un totale di oltre 6.000 tesserati), solo 59 sono compresi nella formazione iniziale di squadre iscritte al campionato di Promozione (6° categoria).
E questi numeri sono sempre “approssimati per difetto” in quanto i nati nel 1999 sono stati 32.720.

Campionato di Eccellenza: i numeri dei nati nel 1999

In questo secondo caso la base dati è rappresentata dai 352 giocatori “titolari” alla medesima giornata della precedente. Le categorie “fuori quota” sono le stesse del campionato di Promozione.

Come indicato in questa seconda tabella:

  • i nati nel 1999 rappresentano il 5,1% dei giocatori titolari nella giornata di campionato oggetto della ricerca;
  • essi compongono lo 0,3% dei giocatori iscritti alla Scuola Calcio (il campione totale di 6.000 tesserati);
  • su 6.000 iscritti iniziali, 18 ragazzi fanno parte della formazione iniziale nei 2 gironi di Eccellenza (meno di un terzo di quelli in Promozione);
  • dei nati nel 1999 soltanto 1 giocatore su oltre 300 è nella formazione iniziale di una squadra di Eccellenza.

Campionato Serie D: l’élite, ma pur sempre dilettanti

Il terzo momento della ricerca è sempre dedicato alla presenza dei nati “classe 1999” nel campionato più alto tra le categorie Dilettanti.
Qui – purtroppo – il campione di riferimento non può avere contorni precisi in quanto tale competizione travalica i confini del Piemonte per comprendere – ovviamente VdA – la Liguria e alcune squadre del nord della Toscana.

Ai circa 32.000 nati ogni anno in Piemonte (media) sono stati aggiunti i nati ogni anno in Liguria (circa 12.000 in media). Il 23% corrisponde – naturalmente arrotondato per difetto – a circa 10.000 tesserati per ciascuna categoria.

In questa terza – e ultima analisi – il dato più interessante è ” soltanto 1 iscritto su 500 tra i tesserati nati nel 1999 in Liguria, Piemonte e VdA è presente tra gli 11 giocatori nella formazione iniziale del campionato di Serie D“. Diventare un calciatore professionista? Ancora più difficile.

Consigli al genitore

allenatore di scuola calcio

Cara mamma/caro papà che – con infinita pazienza – hai dedicato 5 minuti del tuo tempo a leggere questo articolo, voglio ringraziarti e complimentarmi per la tenacia. Mi sento anche in dovere di lasciarti qualche piccolo consiglio per aiutarti a sostenere l’attività sportiva del tuo “giovane bomber”, in modo da permettergli di giocare, impegnarsi e divertirsi, “dando il 100%” senza pressioni volontarie o involontarie.

  • lascia sognare la serie A a lui e a lui soltanto; diventare un calciatore professionista non è difficile: è come vincere 1.000.000 di euro al “gratta e vinci”;
  • lascia perdere anche la serie D (tu, perché lui deve poter continuare a sognare): la probabilità che possa arrivarci è di 1/500. Per aiutarti a comprendere meglio: la probabilità che esca un ambo secco (giocando solo due numeri) è di 1/401. Quindi è più probabile andare dal tabaccaio dire due numeri a caso e indovinare l’ambo.
  • vuoi che continui a giocare a calcio (anche per evitarne l’abbandono precoce)? Sostienilo sempre: tifa lasciando perdere l’arbitro, l’avversario, il tuo bisogno di vincere a ogni costo;
  • quando torna a casa chiedigli “ti sei divertito?” e non “hai vinto?”;
  • aiutalo a sognare, ma sempre restando con i piedi per terra. Se la fortuna non vorrà fargli vincere “quell’ambo secco”, almeno non sarà un individuo frustrato e risentito a vita.

La seconda parte di questo articolo sarà dedicata agli addetti ai lavori e tratterà di una potenziale e ipotetica modifica alla struttura dei campionati.
Non perderlo!

CLICCA QUI E ACCEDI ALLA SECONDA PARTE

3 Responses
  1. Davide

    Vorrei sottolineare comportamenti a mio modo di vedere sbagliati da parte di società e allenatori che non vedono l’ora di lucrare su ragazzi

  2. Massimo Repossini

    Ho giocato a calcio fino a 43 anni, trasmettendo la passione ai miei figli che giocano uno stabilmente in eccellenza e l’altro sta facendo i primi allenamenti con la prima squadra sempre in eccellenza!!!

    Per trasmettere passione non basta guardare le partite in TV. occorre sapersi divertire giocando al parchetto con loro, devono essere loro a dire ” papà voglio giocare a calcio in una squadra, il tuo compito finisce all’entrata del campo, niente drammi se perde, niente premi se vince, seguirlo si ma con il giusto distacco, così facendo la media dei giovani calciatori che non smettono alle prime avversità sarebbe più alta.

    Ritengo comunque che la regola di far giocare i giovani solo per l’età sia sbagliata, così facendo c’è il rischio di far giocare chi non merita a discapito di 30enni che hanno dimostrato negli anni di sapersi divertire tenendo sempre botta, quindi più meritevoli di un giovane che poi magari a 20anni smette!!!

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