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Europa League 2019: Sarri contro Emery

Dopo aver letto il contributo sulla Finale di UEFA Champions League 2019 – che puoi trovare cliccando qui – la nostra redazione è felice di offrirti un altro contributo importante: la Match Analysis della Finale di Europa League 2019.

Dati, strumenti, alchimie e contrapposizioni tattiche degli allenatori Sarri ed Emery, tradotte per te da un contributo degli amici spagnoli di Futbol-Tactico.

Europa League 2019: la strategia di Maurizio Sarri

Europa League 2019_Sarri

In fase di attacco il tecnico toscano ha disposto i suoi in 4-3-3 con Hazard e Pedro come esterni, Jorginho centrocampista centrale per cercare di dare ordine ed equilibrio alle azioni d’attacco dei Blues e garantire la copertura necessaria agli interni.

Nelle prime fasi della Finale di Europa League 2019 la squadra di Maurizio Sarri ha optato per alternare le modalità di gioco offensivo adattandosi ai movimenti dei centrocampisti interni avversari: azioni manovrate si intervallavano a un gioco verticale diretto, con il preciso scopo di creare scompiglio tra i reparti dei Gunners. L’obiettivo era far arrivare il pallone a Kantè o ad Hazard nello spazio che si creava alle spalle di Xhaka e Torreira.

Nella seconda parte del match – invece – il Chelsea scelse di portare le proprie manovre di attacco sulle corsie esterne, laddove si creavano situazioni di superiorità posizionale (a dispetto della parità numerica), che permisero di realizzare frequenti e importanti finalizzazioni a rete.

Anche grazie a ciò Giroud – attraverso movimenti continui di smarcamento – disorientava i propri diretti avversari creando così numerosi spazi per gli inserimenti suoi e dei suoi compagni d’attacco.

Transizione difensiva

Immediatamente dopo la perdita del pallone, si venivano adottate due strategie: Kanté e Kovacic erano i giocatori incaricati a portare la prima e immediata pressione al portatore del pallone, con l’aiuto dei giocatori più vicini alla zona palla. Contemporaneamente la linea difensiva stringeva la marcatura sulle punte, vigilando sugli spazi in modo preventivo e controllando le possibili giocate di Aubameyang e Lacazette

Fase difensiva

In fase difensiva Sarri schierò la sua squadra in 4-1-4-1 posizionato compatto a un altezza media del campo, con frequenti ed immediate azioni di “pressione”  sul portatore di palla. Nella seconda parte dell’incontro, il Chelsea arretrò il baricentro per poter gestire meglio la pressione dei Gunners, non lasciare spazi ampi tra le linee o alle spalle del reparto difensivo e per creare azioni pericolose con ripartenze pronte e veloci.
Kanté, Kovacic e Jorginho misero a disposizione le loro attitudini difensive per non lasciare scoperta la linea difensiva.

Transizione offensiva

Nella transizione offensiva il Chelsea si dimostrò come una squadra capace di attaccare gli spazi tra le linee con veloci e immediate palle “verticali”, proprio alle spalle della prima linea di pressione avversaria. La conduzione della palla – dopo il recupero della stessa – fu determinante per i tre centrocampisti “blues” per attaccare immediatamente gli spazi liberi ed evitare la prima pressione dei centrocampisti rivali.

L’obiettivo fu quello di far arrivare il pallone ai tre attaccanti dopo aver fatto muovere i difensori e creato spazio per effettuare le giocate. In questo modo arrivarono le migliori occasioni – e i gol – della finale di Europa League 2019.

Europa League 2019: le mosse di Emery

Europa League 2019_Emery

Unay Emery preparò una partita dove – in fase offensiva e con uno schieramento tattico 3-4-1-2 – Ozil fu il suo giocatore “indipendente” con grande libertà di movimento e utile per fornire sempre la superiorità numerica in zona palla. Spesso faceva avvicinare anche gli esterni Kolasinac e Niles per aumentare la densità in zona palla.

Nel reparto avanzato, pensò di creare problemi alla coppia centrale dei Blues provocando pericolose situazioni di 1vs1 centrale tra i due difensori e i suoi due attaccanti Aubameyang e Lacazette.
Il suo “gioco fatto di passaggi” gli garantì il mantenimento del possesso del pallone per larga parte dell’incontro, senza però mai riuscire a creare problemi al reparto difensivo: troppa differenza tra la percentuale di passaggi “indietro o orizzontali”, rispetto alle verticalizzazioni utili per tagliar fuori gli interni avversari.

In zona di rifinitura, mancò di dinamismo, sinergia e velocità dei movimenti per montare un po’ di scompiglio alla retroguardia della squadra di Maurizio Sarri. Pochi palloni e poca “presenza nel gioco” delle due punte, rese vana la scelta e la ricerca del 1vs1 in zona centrale, situazione raramente verificatasi durante la finale di Europa League 2019.

Transizione difensiva

In questa fase l’Arsenal realizzò una pressione tardiva dopo la perdita del pallone. Questo permise al Chelsea di organizzare in fretta la ripartenza ed espose la sua linea difensiva agli attacchi rivali.
Inoltre l’eccessiva distanza che separava il portatore di palla con i compagni, comprometteva il ricompattarsi rapido della squadra: questo è ciò che più espose a grandi pericoli la linea difensiva di Emery.

Fase difensiva

In questa fase scelse la disposizione tattica 4-4-2 con baricentro medio, utilizzando una marcatura “mista” e un atteggiamento prevalentemente conservativo. I suoi esterni agivano in modo coordinato ed alternato: quando quello su lato forte saliva, l’altro si abbassava ricompattando la linea difensiva in modo composto e ordinato.

Xhaka e Torreira non riuscirono a occupare gli spazi in modo efficace e a controllare al meglio i loro diretti avversari, venendo spesso superati dagli inserimenti di Kanté. Ozil e le due punte rimasero sempre troppo distanti dal centrocampo: ciò rese estremamente difficile garantire la compattezza e la copertura adeguate.

Dentro la propria area di rigore – nonostante la costante superiorità numerica di cui godeva – subì numerosi pericoli a causa della lassità nel marcare gli attaccanti avversari, la lentezza nel coprire gli spazi per i loro inserimenti e per i diversi momenti di incertezza e indecisione.

Transizione positiva

Dopo il recupero del pallone, i suoi giocatori non riuscirono a trasmetterlo immediatamente tra le linee in modo da evitare la prima linea di pressione avversaria. Queste situazioni furono molto confuse: spesso la prima scelta era il lancio lungo, ma tanto frettoloso da risultare completamente infruttuoso.

Quando invece la scelta fu condurre la palla velocemente verso gli spazi liberi in campo avversario, ecco che queste si rivelarono inefficaci in quanto lente e – a volte – frutto di decisioni errate.

Finale Europa League 2019: le “chiavi” di lettura del match

Chelsea_Maurizio Sarri

  • La superiorità difensiva dimostrata dal Chelsea nella propria metà campo. Sarri intuì il problema nelle prime fasi del match e decise di compattare la squadra e di abbassare di qualche metro il suo baricentro. Questo impedì all’Arsenal di trovare spazi tra le linee e alle spalle dei suoi difensori.
  • La maggiore capacità degli attaccanti della squadra di Maurizio Sarri di comprendere i tempi e gli spazi in fase di attacco e di rifinitura, eludendo marcature e coperture preventive attraverso movimenti complementari e sinergici.
  • L’atteggiamento di Hazard sempre pronto e presente nella metà campo rivale, tanto in fase offensiva, quanto nei momenti di transizione positiva.
  • Al contrario del punto precedente, la poca presenza dei giocatori di attacco nella metà campo del Chelsea impedì alla squadra di Emery di essere veramente pericolosa in fase offensiva.
  • La scarsa attenzione della retroguardia dei Gunners che non riuscirono a contrapporsi agli attaccanti rivali a causa di una marcatura forse “troppo” elastica.

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