Seconda parte dell’articolo “Narcisismo e sport giovanile“.
Quali sono le differenze tra una sana e corretta percezione di Sé stessi e le esasperazioni relazionali a cui porta il Narcisismo?
E quali sono le manifestazioni esterne di questa tipologia di personalità?
[Clicca qui per visionare la prima parte dell’articolo]
Narcisismo e autostima
Risulta particolarmente complicato, oggi più che in passato, parlare di narcisismo distinguendo un chiaro confine tra il normale senso di amor proprio, che pur è necessario per un’esistenza sana, e le forme patologiche.
È difficile segnare cioè, uno spartiacque che separi il perdersi nel mondo meraviglioso delle illusioni, delle immagini, dei riflessi, dal mondo reale seppur meno idilliaco.
L’autostima è il processo soggettivo e duraturo che porta il soggetto a valutare e apprezzare sé stesso attraverso l’approvazione del proprio valore personale fondato su “autopercezioni”.
Il soggetto si percepisce come una persona meritevole di amore, di stima e di attenzioni sulla base delle prime relazioni affettive che lo hanno coinvolto.
Un soggetto con buona stima di sé non ha necessità di manipolare gli altri attraverso sensi di colpa o occupare posizioni privilegiate e di forza nel rapporto altri individui. Egli non sente la necessità di ricevere una profonda e costante altrui approvazione per reputarsi “meritevole e di valore”.
Al contrario, il soggetto narcisista può essere raffigurato come un bambino “denutrito del cibo essenziale ai fini della crescita e dello sviluppo di Sé: la relazione”.
Se per conoscere se stessi è infatti necessario conoscere e ri-conoscersi nell’altro, di fatto colui al quale sarà stato negato un amore primario profondo, non sarà capace di riconoscersi e resterà incastrato, come Narciso, nella contemplazione di un riflesso che resta estraneo.
In accordo con McWilliams quindi “il costo più pesante di un orientamento narcisistico è l’arresto della capacità di amare”, drammatico risultato del “…messaggio [genitoriale] ambiguo di essere molto apprezzato, ma solo per il ruolo particolare che svolge” e che pone il bambino in una posizione di scacco da cui origina il timore di un rifiuto dovuto alla scoperta dei propri sentimenti ostili o egoistici.
Il “Narciso“,
- ha un senso grandioso di importanza (esagera risultati, prestazioni, abilità e talenti);
- è assorbito/a da fantasie di successo, potere, fascino, bellezza illimitati o di amore ideale;
- crede di essere speciale e unico/a e di poter essere capito/a solo da persone di classe sociale elevata;
- richiede eccessiva ammirazione;
- ha l’irragionevole aspettativa di dover ricevere trattamenti speciali e/o di favore;
- sfrutta i rapporti interpersonali (approfitta delle relazioni per i propri scopi);
- manca totalmente di empatia (è incapace di riconoscere e comprendere i sentimenti altrui);
- è spesso invidioso/a degli altri e crede che gli altri lo/a invidino;
- manifesta comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi.
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